Buttiamo tonnellate di alimenti, ma potremmo evitarlo.
Con qualche buona abitudine.
Ieri buttare via il cibo era uno scandalo, oggi è un'abitudine. In Italia ogni anno finiscono nella monnezza 20 milioni di tonnellate di alimenti, quantità che potrebbe sfamare 44 milioni di persone (l'intera Spagna, i tre quarti della nostra popolazione). Non siamo nati spreconi, lo siamo diventati. Dal 1974 ad oggi i rifiuti alimentari sono aumentati del 50%.
Dal momento in cui nascono, i cibi fanno molta strada prima di arrivare nei nostri frigoriferi ed è fisiologico che lungo questo percorso qualcosa venga perduto: pensiamo per esempio agli ortaggi che si deteriorano. Tuttavia, buona parte degli sprechi può essere evitata, anche da noi. Secondo i dati dell'Associazione ADOC - associazione nazionale per la difesa e l'orientamento dei consumatori - nel 2009 le famiglie italiane hanno buttato nella pattumiera il 17% dei prodotti ortofrutticoli, il 19% del pane e addirittura il 39% dei cibi freschi di derivazione animale (latte, uova, carne e formaggini).
Tradotti in denaro, i nostri sprechi equivalgono a 515€ all'anno, cifra che può essere risparmiata, con grande vantaggio anche per l'ambiente: per smaltire i rifiuti alimentari s'immettono nell'atmosfera grandi quantità di anidride carbonica, con notevoli ripercussioni sull'aria che respiriamo. Si butta via perché si acquista più del necessario (nel 36% dei casi), perché ci si fa irretire dalle offerte (24%), e nel 25% dei casi perché i prodotti sono scaduti. Tutte situazioni che possono essere evitate, cambiando un po' le nostre abitudini.
Consigli pratici
L'Università Milano Bicocca, in collaborazione con Legambiente, ha messo a punto il progetto Ri.De.Re in casa. "E' una campagna rivolta alla popolazione e agli studenti che si propone di ridurre gli sprechi alimentari", spiega il professor Massimo Labra, ricercatore. Dal progetto è nata la Guida critica per il consumatore intelligente (scaricabile dal sito www.zooplantlab.btbs.unimib.it), da cui abbiamo tratto alcuni di questi consigli.
Il risparmio comincia al supermercato
Compilare una lista, alla quale attenersi, aiuta a non acquistare prodotti inutili. E bene non farsi trarre in inganno dalle offerte: il "prendi tre, paghi due" è utile se davvero si ha bisogno di quel che si sta acquistando; per evitare sprechi, occorre limitarlo agli alimenti che durano a lungo valutando molto bene l'acquisto di quelli a scadenza breve. Un po' di attenzione va data alle confezioni: piuttosto che comperare un cestino con sei mele è meglio prenderne due sfuse se on se ne consumano in grandi quantità.
Cosa fare a casa
Collocare un alimento nel posto giusto significa allungargli la vita. I cibi secchi (pasta, biscotti, zucchero) assorbono molta umidità e vanno posti in ambiente asciutto, avendo cura di richiudere bene le confezioni. Nel frigorifero, i prodotti appena acquistasti vanno riposti dietro, tenendo in prima fila quelli con la scadenza più vicina. Frutta e verdura vanno riposte sui ripiani bassi, nei cassetti, dopo averle liberate dalle confezioni; anche le carni e i latticini devono essere collocati in basso; i salumi possono essere riposti sui ripiani superiori. I prodotti in bottiglia o lattina, che una volta aperti devono andare in frigorifero, sono trai i principali oggetti di spreco. Meglio scegliere le confezioni piccole, evitando le versioni risparmio se la famiglia non è numerosa.
Attenzione alle etichette
La dicitura "Da consumarsi preferibilmente entro il..." non indica una data di scadenza tassativa e non obbliga a gettare via il prodotto: superato il giorno indicato, infatti, i cibi non perdono le loro caratteristiche nutritive organolettiche (gusto, consistenza, aroma) né provocano danni alla salute. Possono essere quindi consumati anche dopo il termine (a patto, naturalmente, che siano stati ben conservati, non emanino un cattivo odore o abbiano un brutto aspetto). Al contrario, gli alimenti freschi, come il latte e i formaggi, la carne o il pesce e le uova vanno consumati entro la data indicata nella confezione.
Avanzi al ristorante? C'è la doggy bag
Un'alternativa allo spreco nei ristoranti è la doggy bag, il pacchettino con gli avanzi per il cane o il gatto. A chi non possiede animali domestici, ma non vuole che quel che ha avanzato finisca nella monnezza, hanno pensato Alberto Brosio e Federico Buono ideando Lavanzino. E' un kit acquistabile dai ristoranti e dalle mense, composto da un sacchetto portacibo e un portabottiglie in carta riciclata dove riporre gli avanzi. Per offrire in modo raffinato un servizio che spesso il cliente non osa chiedere (www.lavanzino.it).
Altre idee per ridistribuire i prodotti
Gran parte degli sprechi alimentari avviene nella grande distribuzione. Supermercati e ipermercati gettano ogni anno tonnellate di cibo, merce ancora commestibile indirizzata alla discarica perché prossima alla data di scadenza o esteticamente non presentabile.
Trasformare questo spreco in risorsa è l'obiettivo che si è posto Andrea Segrè che con l'Università di Bologna ha attivato Last Minute Market, un servizio di recupero e redistribuzione della merce invenduta.
"Quando un prodotto si avvicina alla data di scadenza o se gli imballaggi non sono perfetti, i supermercati lo ritirano dagli scaffali per destinarlo alla discarica", racconta Segrè. "E' un vero peccato, perché muovendosi in tempo, e organizzandosi, lo si può dare a chi ne ha bisogno".
Il compito di Last Minute Market è proprio questo: fornire alle aziende della grande distribuzione le indicazioni e i contatti per fare arrivare le merci invendute ad associazioni ed enti di carità della zona, illustrando anche tutte le regole igienico-sanitarie ed economico-fiscali da seguire. A Last Minute Market (www.lastminutemarket.it) possono rivolgersi le catene distributive, i comuni ma anche gli enti di assistenza che vogliono ricevere i prodotti invenduti.
Simonetta