martedì 26 luglio 2011

Le faccende domestiche e la felicità famigliare

Ieri mattina, verso le undici, mi trovavo fuori con Anna allorché dalla sua scarpina saltò via un bottone. Visto che eravamo a due passi dalla casa di Andrea, il mio amico fidanzatosi da poco, pensammo di salire a chiedergli un ago e una gugliata di cotone. Andrea si trovava nella condizione di essere disoccupato e quindi sempre a casa, mentre Sofia, un'angelo di ragazza, per sua fortuna aveva un lavoro che la teneva impegnata per gran parte della giornata. Inevitabilmente, dunque, le faccende domestiche toccavano tutte a lui.
Dopo aver suonato inutilmente il campanello, entrammo in anticamera; e, guidate dalla voce di Andrea che ci chiamava, entrammo nella sua camera da letto che era ancora tutta all'aria. Il ragazzo stava arrampicato sul davanzale della finestra, discinto e scalzo, ed era intento a lavare i vetri.
Egli si affrettò a discendere, e mentre io attaccavo il bottone alla scarpetta di Anna, mi disse sospirando:
"Oh, quanto mi dà da fare questa casa! Quand'ero single non disfacevo il mio letto, e adesso, invece, non trovo quasi il tempo di lavarmi!".
Se Andrea sperava di sentirsi rivolgere molti complimenti sulla sua trasformazione, si sbagliava davvero.
"Sai, caro," gli dissi, "io, quando non avevo ancora bambini, alle undici avevo già la casa in ordine e la colazione ben avviata; e se scendevo a far provviste prendevo una borsa che potesse fare una discreta figura anche lungo il Corso. Perché devi sapere che trovavo quasi sempre il tempo di fare la mia passeggiata e di dare un'occhiata alle vetrine. Così a mezzogiorno avevo un bel colorito, ero allegra e piena di appetito e se mio marito tornava di cattivo umore dall'ufficio, riuscivo facilmente a farlo ridere con il contagio del mio buon umore".
"Ma come potevi sbrigare così presto le faccende di casa?" mi chiese Andrea stupito. "Io mi alzo alle sette e non sto un momento fermo; eppure nel pomeriggio ho ancora da fare. I tappeti, i materassi, le portine, le maniglie, i vetri, i pavimenti! Ormai me li sogno anche di notte".
"Non bisogna scambiare la pulizia con 'mania della pulizia'", risposi piuttosto severamente. "In una casa di fidanzatini nuova nuova, che bisogno c'è di trasportare ogni giorni i mobili in mezzo alle stanze? E di battere tappeti e materassi come se si volesse assolutamente distruggerli? Non pensi che facendo ciò tu disperdi con troppa spensieratezza delle energie preziose? Senza contare che la tua fidanzata può divenire da un giorno all'altro la portatrice di un'altra vita, e si ritroverebbe sempre a casa in maternità, ma non certo nelle condizioni di poterti aiutare ad arrampicarsi sui davanzali o sfiancarsi sullo spazzettone dei pavimenti. Quindi devi abituarti a fare queste attività al meglio e nel minor tempo possibile".
"Ma devo dunque lasciare la casa sporca?" ribatté Andrea imbronciato.
"Niente affatto, caro. Basterà che tu pulisca 'di fino' una stanza alla settimana, e che per spolverare i vetri, le portine, le pareti ad olio del bagno e perfino le tappezzerie, ti serva di una vecchia scopa imbottita di stracci e quindi ricoperta da uno bello strofinaccio pulito. Un sistema pratico e svelto, che ti permetterà nello stesso tempo di tenere sempre i piedi a terra. E ricorda anche di usare dei guanti quando lustri le scarpe e gli ottoni o quando sbucci le patate; una volta avevi delle manine deliziose, ed ora...!".
"Già, anche Sofia me lo dice. Una bella egoista, però!"
"Oh, no, caro. Ella ha il diritto di vederti carino e lindo quando rientra a casa. Sta con te perché eri grazioso, intelligente e brioso, e se tu sei fiero di dimostrargli che sei anche un bravo casalingo, non devi però derubarla di quelle altre doti, non meno importanti, che la avevano attirata a te".
"Già. Sofia si lamenta perché io sfaccendo sempre, e quando le dico che sono stanco ha quasi l'aria seccata. La domenica, poi, quando lei è a casa, sono continue discussioni. Però finisce sempre col prendere anche lei uno strofinaccio ed aiutarmi, perché in fondo si vive insieme".
"E questo ti par giusto, Andrea? La domenica tu devi invece ridurre al minimo indispensabile le faccende, per far sì che la tua ragazza possa veramente riposare il suo corpo e il suo spirito. Le ore passano veloci, mio caro, queste belle ore della vostra vita che non sono ancora cariche di responsabilità e che vi offrono doni preziosi. Tutti abbiamo bisogno di qualche pausa per accorgerci che la vita è bella. La lotta contro la polvere sarà sempre un'impresa disperata se tu ti munirai a bella posta di una lente di ingradimento; ma la gioia di una passeggiata, la contemplazione di una cesta di fiori all'angolo di una strada, mezz'ora trascorsa vicino alla tua ragazza sognando l'avvenire, sono invece dolcissime realtà alla portata di tutti, che conservano le persone non soltanto giovani e belle, ma anche buone".
"Forse hai ragione, Michela..."
"Certo che ho ragione! Le casalinghe più pedanti, quelle che non riescono mai a trovare una domestica che le soddisfi, sono spesso anche le più bisbetiche, perché sono inacidite dalla stanchezza. E' facile che esse critichino le sposine che trovano il tempo di lavarsi i capelli tutte le settimane, che ossessionino il marito con le loro lamentele, in modo che egli, poveretto, finisce col sentirsi sempre colpevole di farle troppo lavorare, e che siano nervose e brusche perfino con i loro figli. Io ammiro le donne attive e diligenti, mio caro Andrea, ma la vista di una giovane che sta al balcone a godersi il sole col suo figlioletto in collo, mi pare sempre uno spettacolo deliziosamente ottimista! E se anche i vetri delle finestre non brillassero come diamanti, sarei certa che il suo cuore è sereno, fiducioso e indulgente; e che quando il marito deporrà sulla soglia di casa il peso della sua giornata di lavoro, troverà in quel cuore il placido giardino che ogni uomo ha sognato per il suo riposo, e che ha più gran valore di un pavimento lucido come quello dei musei, dove le statue, attonite, riflettono i loro gelidi gesti sempre uguali, e paiono attendere invano una ventata primaverile che li impolveri un poco ma dia loro il dono della vita".


Mademoiselle

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