lunedì 15 ottobre 2012

Sappiamo far shopping?

Il mondo consumistico in cui viviamo è organizzato per vendere. Ciò è vero, ovvio, scontato. Ma noi che siamo compratrici, siamo organizzate per comperare? Spesso i negozianti danno precisi ordini ai commessi e alle commesse sul modo di venirci incontro, di chiederci cosa desideriamo, di sorriderci; noi siamo uscite, magari per un "vago" e non ben definito shopping in centro; entriamo in un negozio, spesso a caso, senza sapere con precisione che cosa vogliamo acquistare, senza sapere quanto vogliamo spendere. Bisogna quindi saper comperare. Bisogna sapersi organizzare. Non solo per risparmiare qualche euro, ma anche per avere veramente quello che vogliamo comperare.

Fino a non molto tempo fa, ahimé, ero una vera vittima della febbre da shopping. Uscivo, magari col semplice intendo di farmi "un'idea", di "guardare solamente" le vetrine, e poi a fine pomeriggio tornavo con tre o quattro buste e in serata mi prendevano i sensi di colpa. I luoghi più "adescatori" ovviamente erano i negozi del centro città, i mercati e i centri commerciali. Solamente dopo mi rendevo conto di aver fatto una stupidaggine, considerando il basso stipendio percepito da un lavoro non troppo sicuro e con la consapevolezza di aver annullato una buona possibilità per risparmiare. E così, un giorno, ho deciso di organizzarmi, di darmi delle regole, di diventare una "conscious shopper".

Certo, magari c'è chi guadagna bene, chi naviga in buone acque, chi può permettersi di spendere e spandare a piacimento: gioia bella, buon per te! Ma in tempi come questi per tanti di noi giovani le cose non stanno esattamente così... lavoro precario, disoccupazione, magari un figlio da mantenere, studi da perseguire... e saper risparmiare diviene pertanto una regola d'oro. Ho deciso quindi di condividere qualche suggerimento tratto dalle "regole" che mi sono auto-imposta da un anno a questa parte.

1. Sappiate essere organizzate anche nelle piccole spese, non diventate diffidenti e difficili solo quando si tratta di compere in grande. Sappiate soprattutto eliminare le piccole compere improvvise. Le vetrine sono fatte per allietarci, per farci credere di avere necessità di una cosa della quale, invece, non abbiamo affatto bisogno.
Non è vero che ci serve assolutamente quella borsa a tracolla finemente decorata o quella maglia a righe colorate vista in vetrina. Ci sembrano necessarie solo perché, magari grazie anche ad un manichino, in quel momento inevitabilmente finiamo con l'immaginarcele addosso. Se poi entriamo per osservarle meglio o, anzi, per provare il capo che ha catturato la nostra attenzione, siamo un passo più in avanti verso il rischio di finire col comprarlo. Se poi il negozio è ben gestito, si finisce in balie delle commesse e il gioco è fatto. Dobbiamo accettare il prezzo che ci viene chiesto o ritornarcene a casa con un inutile rimpianto.

2. Se entrate in un negozio molto elegante e la cosa da voi desiderata costa più di quanto volevate spendere e di fronte alla vostra esitazione il commesso ha l'aria di commiserare deferentemente la vostra povertà, non esponetevi ad acquistarla ugualmente, quasi, soltanto, per non far credere che non siete in grado di spendere la cifra richiesta. E' una vera debolezza. L'opinione dei commessi, delle commesse o anche delle vostre amiche sulle vostre possibilità finanziarie non vi deve affatto influenzare, così come non vi deve interessare che chi vi accompagna o vi assiste non apprezzi che voi scegliate, tra due oggetti dello stesso tipo ma di differente costo, quello di minor prezzo.

3. Non diffidate mai eccessivamente del venditore. Quando si tratta, è inteso di negozi che hanno un loro nome, una loro sede, una loro serietà. E' certo che su quello che vi vende, il venditore deve guadagnare. Ma non è detto che questo significhi sistematicamente frode od inganno.
Sappiate intuire da voi stesse il grado di onestà del negoziante. Se è onesto la vostra diffidenza lo irrita e lo spinge proprio a servirvi male: più furbo di voi, se vuole, vi riuscirà sempre. Se non è onesto è inutile fare l'esperta nei suoi riguardi. State attente all'inganno, senza farglielo capire. Avete una voce, che potrete potrete poi usare, parlando con le vostre amciche, familiari e conoscenti, per far sapere che in quel particolare negozio è meglio non andare.

4. Se entrate in un negozio per comperare una data cosa e non la trovate, comandatevi in tutti i casi, senza eccezione, di non comperare in quello stesso negozio un altro articolo. Per lo meno, non da subito. Quante volte mi è scattata la vocina del diavoletto che faceva: "Bene, userò i soldi che volevo spendere in quella determinata cosa per acquistarne un'altra". Andate in un altro negozio, ma non in quello dove non avevano ciò che desideravate, per non rischiare di comprare altro. Se poi, dopo una accurata ricerca, proprio non riusciamo a trovare l'articolo che ci interessa, allora diventa legittimo acquistare qualcos'altro. Ma anche questo lo possiamo evitare. Ascoltiamo la voce dell'angioletto che fa: "Ok, non ho trovato quello che cercavo. Terrò questi soldi da parte per altre evenienze. E chissà, magari fra qualche tempo riuscirò a trovare ciò che mi interessava".

5. Non è vero che l'alto prezzo sia indice di buona qualità della merce, ma non è nemmeno vero che si possano fare acquisti miracolosi con poco denaro. Non parteggiate mai per alcuna delle due teorie. Vi sono negozi in cui il prezzo altissimo è uno specchietto per quelle compatrici che ragionano: prezzo alto=prodotto buono. Vi sono invece posti in cui il prezzo è lo specchietto per le compratrici che hanno mezzi limitati. La regola invece è un'altra: diffidare dei prezzi sproporzionatamente alti o sproporzionatamente bassi. Una bottiglietta di profumo anche se fatta dalla Maga Magò dei profumo coi sentori più rari dell'universo non può valere 100€ di spesa. Il prezzo di 100€ è stato messo soltanto per ingolosire le ricche sfaccendate alla moda. Allo stesso modo un abito, per quanto di splendido aspetto o dalle affascinanti tonalità di colore, non può valere solo 10€. Evidentemente c'è qualcosa sotto: materiali scadenti, tinture irritanti, tessuti che si rovinano al primo lavaggio. Diffidiamo.

6. Molti credono di poter comperare perché sanno discutere sui prezzi,  sanno contrattare e acquistare a 99,75€ quello che era messo in vendita a 100€. Questa abilità bisogna lasciarla a chi va a comperare nelle fiere, nei mercati o luoghi del genere. Il negoziante serio adotta il prezzo fisso. Quando non è periodo di saldi il negoziante un po' meno serio, che volendo adescare l'acquirente offrendole la soddisfazione di aver saputo "tirare giù il prezzo", esagera il prezzo dei cartellini, in modo che facendo uno sconto alla cliente, non vi rimette neppure un centesimo. Inoltre, si contrattano solo le spese un po' forti: allo stesso modo che entrando in un bar non contrattiamo sul prezzo del caffè, così evitiamo rincresciose discussioni per una spese di poche decine di euro.

Infine, secondo me, la donna che sa far shopping è, sia pure con un po' di esagerazione, quella che fa meno acquisti. Ripeto: il mondo consumistico è organizzato per vendere molto, per vendere più del necessario. La nostra organizzazione dovrà consistere essenzialmente nel non lasciarci trascinare da tutti i desideri che il mondo consumistico ci suscita, acquistando solo ciò che realmente ci occorre.

Baci baci.

Michaela

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