I bambini sono tutta la nostra vita. Appena una donna ha coscienza di sé, un desiderio prima solo intuito, poi sempre più chiaro e preciso è in lei: un bambino.
Molti credono, un momento, che il suo più grande desiderio sia diventare attrice, velina, modella, cantante, ballerina, psicologa, maestra, o di possedere l'ultima bellissima borsa della Liu Jo; ma questi sono desideri accessori, secondari. Lasciatela sola con se stessa, fate che si guardi sinceramente nell'anima, che parli senza neppure il minimo impalpabile velo di menzogna, ed essa dirà: un bambino. Molti pensano, un momento: "Ecco una donna felice".
E' giovane, è ricca, la fortuna è dalla sua parte. Ha ciò che desidera, ciò che vuole, il possibile, e qualche volta, l'impossibile. La sua felicità esiste, sì, non la neghiamo, ma è qualche cosa che non ha basi, una cosa fuori di lei, staccata da lei: perché non ha un bambino.
Non le credete quando dice: "No". Non le credete quando sembra che non le importi, quando persino essa stessa crede di non desiderarlo. Non le credete quando vi dice che ha paura delle responsabilità che le verrebbero. Non ne ha paura. Sa troppo bene, sente troppo bene, che un bambino vale qualunque responsabilità, qualunque sacrificio. E ne abbiamo la prova quando ha un bambino; quando leggiamo nei suoi occhi l'irrevocabile sicurezza di essere d'accordo con la vita, di aver obbedito alla vita; quando comprendiamo che tutta la sua vita è non lei, ma il bambino.
Anna ama i bambini, come tutte le donne. Un giorno, e fra non molto, anch'essa avrà dei bambini. E solo allora, mi ha detto, sarà veramente felice. E in quel veramente, c'è tutta la sincerità profonda della donna che rivela il sentimento essenziale della sua anima.
Simonetta
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