Non ho ancora capito se il mio amico A. ami moltissimo essere elegante, oppure sia vanitoso. C'è infatti una grande differenza. Si può essere eleganti senza essere vanitosi. L'eleganza è un piacere nostro. Il piacere di vestire bene. La vanità, nell'eleganza, è il piacere di "sembrare" elegante agli altri, di esserlo solo per gli altri e non per se stessi.
Fate questo esame di coscienza, quando state per comprarvi un nuovo abito: ve lo prendete perché è un abito elegante o perché vi fa rassomigliare all'attrice del tale film? Vi fareste un abito molto elegante, ma così poco appariscente che gli altri non se ne avvedrebbero affatto?
In fondo, il mio amico A. è vanitoso. In fondo, un po' tutte siamo vanitose. Nessuno può dire - forse neppure noi stesse possiamo dirlo - che cosa pensiamo quando scegliamo un abito, quali siano i "veri" motivi che ci spingono a sceglierne uno piuttosto che un altro. E la moda approfitta spesso di questa nostra vanità, e sceglie tutto ciò che è appariscente - tinte forti, tessuti curiosi, forme di abiti e di accessori troppo originali - perché sa che l'appariscente piace. Piace sicuramente, senza possibilità di dubbio. E' un male?
Il mio amico crede di no. A. crede che sia un bene. Mi dice: "E' una vanità innocente e simpatica. Da soli siamo modestissimi e ci basterebbe un sacco di patate. Ma agli altri vogliamo rendere piacere apparendo belli. E' un dono che facciamo. Perché chiamarla vanità?"
E va bene. Non è un male. Ma ogni volta che vedo una donna vestita in un outfit che a prima vista mi sembra banale, e poi, a poco a poco, scopro insospettate eleganze, raffinatezze di taglio e di guarnizioni, piccoli particolari che rivelano un intelligentissimo senso dell'eleganza - appena vedo una donna vestita così, sento che ha più ragione lei, che è più forte lei delle altre donne; che non si tratta di esagerata modestia o di gusti antiquati da donna fuori moda. Sento che si tratta di indiscutibile buon gusto.
Mademoiselle
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